Il Santo costruisce il quarto convento a Corigliano Calabro (CS).
Nei
pressi della sua umile dimora, iniziò i lavori per la costruzione
del convento e della chiesa.
Quando pose la prima pietra il santo disse:<<Fratelli,le locuste hanno mai danneggiato le vostre vigne,i vostri oliveti, i vostri seminati? Ebbene il giorno in cui verrà meno questa pietra il vostro paese sarà vittima di questo>>. Gettò la pietra nella buca e la cerimonia ebbe fine. Con quella frase, Francesco aveva predetto ai coriglianesi quello che poi sarebbe accaduto 138 anni più tardi. Molti
anni più tardi, infatti, il Santuario
di San Francesco a Corigliano si trovò ad essere conteso
tra il Vescovo ed i Padri Minimi dell'Ordine di San Francesco.
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Un
altro grosso pericolo il paese di Corigliano lo provò quando venne
invaso da una numerosa flotta di Ottomani. I turchi salirono fino al paese
e cercarono di assalire anche la chiesa ed il convento. Tutti i fraticelli
fuggirono via, ma un vecchio frate, data la sua età, rimase nel
convento ad aspettare i nemici invasori. Allora gli apparve San Francesco,
il quale lo tranquillizzò e lo aiutò a puntellare la porta
del convento con una canna: i turchi non riuscirono a sfondare la porta.
Quel pezzo di canna ancora oggi viene gelosamente custodito e venerato da tutti i coriglianesi, che ha proclamato San Francesco Patrono di Corigliano. La statua del Santo, un busto di legno dipinto, che è custodita nella sacrestia del Santuario di Corigliano, porta in mano la custodia in argento che custodisce il pezzo di canna. |
A
Corigliano, come negli altri luoghi che aveva già visitato, San
Francesco operò molti miracoli e salvava molte anime.
Durante la costruzione del convento, c'era necessità di acqua potabile, così San Francesco andò verso la montagna fino alla sorgente; allora chiese all'acqua di seguirlo e mentre tracciava un piccolo solco con il suo bastone, l'acqua scendeva fino ad arrivare al convento. Successivamente,
fu lo stesso San Francesco a decidere di portare l'acqua alla collina del
Castello ducale, iniziando a costruire un grande acquedotto
ad archi che attraversava la vallata e che ancora oggi si ammira a
Corigliano.
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